ISCHITELLA
Ischitella è un piccolo borgo di poche migliaia di abitanti (circa 5000), situato a circa 314 metri sul livello del mare, posta sul versante settentrionale del Gargano. Si trova in una posizione strategica dalla quale si domina il mare adriatico e il lago di Varano. Questa ubicazione favorevole è stata sicuramente la ragione principale del popolamento sin dai tempi più antichi di questa parte del territorio garganico. Tra le località più interessanti dal punto di vista archeologico, Monte Civita è certamente la più importante in quanto sono state recuperate tracce notevoli delle civiltà del passato che vanno dalla Preistoria fino all’alto Medioevo. Sui fianchi della collina si estende una vasta necropoli composta da centinaia di tombe dette “a bisaccia” (si tratta di tombe a fossa scavate nella roccia che si allargano verso il basso assumendo una forma troncopiramidale oppure ovoidale), dello stesso tipo di quelle rinvenute a Monte Tabor, Monte Saraceno e in altre località del Gargano. I reperti trovati durante gli scavi (iniziati nel 1957, abbandonati e poi ripresi nel 2009-2011) consentono di datare le prime fasi della necropoli al X-IX secolo a.C., con un forte accrescimento nel VII-V secolo, per arrivare sino al IV. I defunti venivano seppelliti in posizione fortemente rannicchiata su un fianco (cosiddetta “fetale”) in fosse particolarmente limitate nella lunghezza (tra i 100 e i 140 cm). Particolarmente interessante è stato il rinvenimento di inumati di sesso maschile caratterizzati da una statura particolarmente elevata per il periodo (circa 170 cm!), di gran lunga superiore rispetto alla media dei Dauni, le cui analisi osteologiche e antropologiche hanno determinato la loro appartenenza al ceppo lucano-sannita e persino (con le dovute cautele) etrusco. Tra i reperti restituiti dalle tombe spiccano soprattutto le armi in ferro (punte di lancia e di giavellotto), spesso ritrovate in gran numero al di fuori delle sepolture, forse ostentate come bottino di guerra o spostate per far posto nella fossa a sepolture successive. I corredi recuperati sono apparsi estremamente interessanti e indicativi di rapporti culturali con l’altra sponda dell’Adriatico, costituiti soprattutto da fibule in bronzo e ferro, pendagli a doppia spirale in bronzo, collane, vaghi e pendenti in ambra, ceramiche geometriche daunie, ad impasto o con decorazione a fasce. Il sito fu frequentato sino all’alto medioevo insieme a quello adiacente di Niuzi (in dialetto Niv’z, nome simile alla Nivizi dalmata), posto alle pendici sud-occidentali del Monte Civita (nei pressi della masseria omonima), dove sono stati rinvenuti tre ipogei frequentati in età tardo-antica (IV-V secolo d.C.). I tre complessi hanno piante diverse (a croce greca, rettangolare e irregolare) e presentano al loro interno diversi arcosoli. A sud-est del borgo di Ischitella sono visibili altre tracce del passaggio di antiche civiltà, rappresentate dagli ipogei di Parco della Chiesa, conosciuti anche come “Grotte dei Pagani”, consistenti in tre cavità naturali trasformate dalla frequentazione umana. Particolarmente complessa è soprattutto la prima, in quanto presenta una pianta molto articolata con più ambienti, uno dei quali con quattro arcosoli. Tali ipogei sono stati utilizzati dall’età del Ferro sino all’età romana e probabilmente anche in età Paleocristiana. Testimonianze più antiche sul popolamento del territorio di Ischitella provengono dall’area di Masseria Pasquarelli, dove in prossimità del torrente Irchio è ubicata una piccola grotta. All’interno della cavità sono state rinvenute tracce di frequentazione risalenti al momento di passaggio tra l’Eneolitico e l’età del Bronzo (2500-2000 a.C.), costituite soprattutto da ceramiche con decorazione incisa. Terminiamo con le contrade Tiberio e Varisce, davvero uniche a livello archeologico per la particolarità e la ricchezza dei reperti (oltre 2000 pezzi), riferibili alle fasi più antiche della preistoria dell’uomo (Acheulano e Paleolitico Inferiore).